Un’Azione Cattolica “in uscita” e che guarda al futuro

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articolo pubblicato su “Il cittadino”
di Gianni, Andrea, Alberto, Anna

Dal 30 Aprile al 3 Maggio si è svolta a Roma la XV Assemblea Nazionale di Azione Cattolica dal titolo “Persone nuove in Cristo Gesù – Corresponsabili della gioia di vivere”; scopo dell’incontro tracciare le linee guida per il prossimo triennio, contenute nel documento programmatico, ed eleggere i membri del consiglio nazionale. Dalla nostra arcidiocesi hanno partecipato il presidente Gianni Rotondo, il vicepresidente adulti Andrea Ravasi, il responsabile ACR Alberto Macchiavello e la delegata giovani Anna Basso. Il segretario diocesano Giulio Masi, inoltre, era presente come uditore e membro della commissione elettorale/verifica poteri.

I lavori dell’assemblea sono iniziati nella serata di Mercoledì 30 Aprile con una veglia di preghiera, in onore di San Giuseppe lavoratore, festeggiato il giorno successivo. Prendendo spunto da tale festa, guidati dal neo assistente generale mons. Mansueto Bianchi, i partecipanti hanno riflettuto e pregato sul tema del lavoro nell’attuale contesto sociale: anche in una situazione di crisi il cristiano è chiamato ad essere protagonista affinché segni di speranza possano nascere anche nelle difficoltà.

La mattina successiva, dopo la S. Messa celebrata dall’assistente generale, i lavori assembleari hanno avuto inizio con il saluto del presidente uscente Franco Miano, che ha affidato la presidenza onoraria ad Emilio Inzaurraga (presidente dell’AC Argentina e coordinatore del Forum Internazionale di Azione Cattolica – FIAC). Davanti a più di 800 delegati e circa 300 uditori, tra cui una sessantina di ragazzi dell’ACR, rappresentanti tutte le associazioni diocesane, Inzaurraga ha esortato i presenti ad essere un laicato che vive la propria vocazione in uscita (“en salida”), in particolare un’AC “che si forma nella e per la missione”; il presidente ha aggiunto che il popolo di Dio ha bisogno di un’AC che preghi: “poiché prega, non ha paura di convertirsi dato che sperimenta che lì sta il principio vitale della sua crescita come cristiano”. Così facendo l’AC in uscita è missionaria perché ha incontrato il suo tesoro e vuole condividerlo con gli altri.

Successivamente Franco Miano ha dato il benvenuto agli innumerevoli rappresentanti delle altre associazioni e movimenti, coordinati da Paola del Toso segreteria del CNAL (Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali). A conclusione dei saluti introduttivi, il segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino, ha rivolto ai delegati un messaggio da parte dell’episcopato: partendo dallo slogan dell’assemblea, ha provocato i delegati affinché le relazioni vissute in AC possano affascinare gli altri tanto da poter esclamare: “che bella la vita, le parole e le relazioni che vivono queste persone”. Sull’esempio delle recenti canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, così come l’atteggiamento di Papa Francesco – definito l’enciclica dei gesti – il segretario generale ha invitato l’AC ad annunciare il Vangelo a partire dalla concretezza delle parrocchie e dei territori affinché tutti possano camminare alla sequela di Cristo.

A questo punto i lavori dell’assemblea sono proseguiti con la relazione di fine triennio del presidente Miano, il quale ha ricordato come il tempo presente è il tempo favorevole, in quanto il cristiano deve saper leggere i segni dei tempi e vivere profeticamente. In questa prospettiva deve essere ritenuto concluso il tempo delle analisi sterili in cui la realtà spaventa e preoccupa piuttosto che essere vista come tempo buono dell’annuncio evangelico. La vocazione alla corresponsabilità ci porta a rispondere che “la grande sfida è quella di pensarsi legati gli uni agli altri, responsabili gli uni degli altri, e responsabili insieme del bene che possiamo costruire” nella chiesa e nel paese. Per far ciò è necessario guardare alla realtà in maniera nuova perché essa è fatta dalle persone e dalle loro esperienze e dai loro vissuti. Queste dimensioni sono il luogo autentico dell’incontro con l’altro, ovvero “una realtà che supera le idee”. Questa espressione vuole significare che il luogo della missione è la realtà concreta e quotidiana vissuta dalle persone e non luoghi immaginati in progetti ed itinerari formativi che nascono da teorie svincolate dalla realtà. Dopo il pranzo si sono susseguiti numerosi interventi dei delegati in risonanza agli spunti ascoltati la mattina.

Il giorno successivo, Venerdì 2 Maggio, la celebrazione eucaristica che ha introdotto la giornata è stata presieduta dal Card. Pietro Parolin – Segretario di Stato Vaticano – il quale durante l’omelia ha condiviso i suoi ricordi di gioventù nei gruppi dell’Azione Cattolica da cui ha ricevuto un’impronta decisiva per la sua scelta vocazionale. Commentando le letture del giorno egli ha ricordato come la nostra associazione ecclesiale sia fedele a se stessa quando “condividendo la missione della chiesa, non cessa di vivere la gioia del vangelo, che continua a motivare l’impegno gratuito di tanti laici; impegno nel servizio nella formazione cristiana nelle parrocchie, da una parte, e, contemporaneamente, nei diversi ambiti della vita umana”. La giornata è stata poi caratterizzata dalla discussione in gruppi del documento programmatico del triennio e dal relativo esame degli emendamenti proposti dai delegati; in serata poi sono stati proclamati gli eletti al consiglio nazionale ed è stato infine approvato il documento nella sua interezza.

Al termine dei lavori assembleari il nostro Arcivescovo Card. Bagnasco, quale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha celebrato l’Eucarestia ricordando nell’omelia che il “radicamento dell’Azione Cattolica sul territorio, innanzitutto nelle nostre Parrocchie, appartiene alla natura dell’Associazione: e questa capillarità garantisce la vicinanza alla gente dove vive”. Ha sollecitato i delegati diocesani a  non perdere “questo valore che vi caratterizza fin dagli inizi“, mettendo“ogni impegno per allargare e approfondire questa vostra presenza.” E proseguendo ha richiamato la necessita di una forte vita interiore: “Non basta però andare, allargare, si tratta anche di approfondire. Ma chi deve approfondire e che cosa bisogna approfondire? Innanzitutto siamo noi che dobbiamo approfondire il nostro rapporto con il Signore. Noi andiamo per portare Lui, non noi, le nostre idee, la nostra cultura, la nostra visione di Chiesa; ma Lui e la sua Chiesa senza ideologie, senza presunzioni, con l’umiltà vera dei discepoli che accettano la disciplina del Maestro. E allora non possiamo uscire per andare sulle strade, se non siamo capaci di “entrare e di stare” con Gesù”.

Cosi, completati i lavori assembleari i partecipanti all’Assemblea hanno vissuto l’incontro con il Santo Padre Francesco in aula Paolo VI insieme ai presidenti ed assistenti provenienti dalle circa 6000 associazioni parrocchiali sparse lungo tutto il Paese, completando così giorni ricchi di Grazia.