Gino Pistoni nasce a Ivrea il 25 febbraio 1924. Studia nel Collegio S. Giuseppe di Torino, diventando ragioniere. Si fa apprezzare per il suo impegno costante negli studi e nella vita cristiana. Nel 1942, entra nell’Azione Cattolica della città di Ivrea. Si impegna nel mettere in pratica il programma dell’Associazione: “Preghiera, Azione, Sacrificio”. Animatore dei centri giovanili in varie località della diocesi, è testimone di un apostolato che nasce da un forte spirito di preghiera, incentrata sull’Eucaristia, sulla lettura spirituale e sulla devozione alla Madonna. Durante la Seconda guerra mondiale, avverte la responsabilità di servire la causa della giustizia e della libertà, entra in una formazione partigiana per la difesa dei diritti delle popolazioni occupate. Il 25 luglio 1944, durante un attacco delle SS tedesche, mentre gli altri partigiani fuggono, lui si ferma a soccorrere un soldato nemico ferito, ma viene colpito da una scheggia di mortaio che gli recide l’arteria femorale. Rimasto solo, muore dissanguato e, consapevole di ciò che sta accadendo, con le dita intrise di sangue, scrive sulla tela del tascapane: “Offro la mia vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia, W Cristo Re“. Le sue ultime parole scritte in una situazione tanto drammatica e dolorosa acquistano un significato straordinario. Appaiono però come una logica conseguenza di uno stile di vita vissuta con fedeltà e generosità fino all’ultimo istante: scelta quotidiana di testimoniare il Vangelo. Ha 20 anni. Il suo corpo verrà trovato quattro giorni dopo, con accanto, macchiato di sangue, il ‘Piccolo Ufficio della Madonna’.
Gino è stato un ragazzo pieno di vita, ha un fisico atletico e pratica con successo il calcio, il basket, lo sci e l’alpinismo. “Come giocatore di pallacanestro era fra i migliori giocatori della squadra di Ivrea, ma lo sport, che soprattutto amava era l’alpinismo, inteso oltre che come palestra di muscoli e lotta a tu per tu con le difficoltà della montagna, anche come mezzo di elevazione dello spirito e di avvicinamento a Dio. Ma, occorre dire, non è stato sempre così, come confessa lui stesso il giorno in cui, parlando di giovani superficiali e vuoti, commenta: “Anch’io avrei potuto essere così se….”. A modificare radicalmente la sua vita non un miracolo o alcunché di sensazionale: semplicemente il suo incontro a 18 anni e la sua adesione all’Azione Cattolica, che si rivela in grado di trasformare “una vita veramente vuota, senza uno scopo che la rendesse degna di essere vissuta”.
Gino Pistoni ha scritto pochissimo; non aveva molta familiarità con la penna, preferiva comunicare con le parole e i fatti. Eppure in questi pochissimi messaggi che ci restano si intuisce un animo ardente. Colpisce la caratteristica del suo incontro con Gesù: la generosità.
Quando ha fatto l’ingresso nel movimento spirituale chiamato “Società Operaia del Getsemani”, scrisse questa preghiera che doveva rimanere segreta:
“Il mio cuore oggi eleva a te un inno di lode e di ringraziamento. […]
Ti ringrazio di avermi chiamato a far parte dell’Azione Cattolica e di aver dato alla mia vita,
prima di allora veramente vuota, uno scopo che la rendesse degna di essere vissuta…
Ti chiedo la grazia di vivere con te le sofferenze del Getsemani […]
concedimi inoltre la grazia per vivere una vita interamente e profondamente cristiana tutta dedita al Tuo servizio e al salvamento delle Anime. Così sia“.
Testimonianza letta da Emanuele Palmese